Musica

La prima serata di Sanremo: tra retorica e banalità, con un pizzico di trash

Ferragni, Amadeus, Morandi
Ferragni, Amadeus, Morandi © Rai.it

La 73ma edizione è un mix di orgoglio, pregiudizio, canzoni e cantoni.

Sanremo lo aspettiamo tutti, ammettiamolo. Non vediamo l’ora di parlare e sparlare di canzoni, vestiti, conduttori e ospiti: organizziamo visioni collettive con amici e famiglia, seguiamo i post social in fermento che sfornano commenti e frecciatine su ogni cosa o persona. In sintesi, accendiamo la curiosità.

Ogni anno è un viaggio alla scoperta della musica che influenzerà le hit e dei protagonisti della kermesse, canora e non, che accompagnano le serate nazional-popolari. Una saga se vogliamo, che paragono ironicamente al Signore degli Anelli dove il Gandalf della situazione (il conduttore Amadeus) raduna la compagnia (i co-conduttori Gianni Morandi e Chiara Ferragni) per compiere una missione: distruggere l’anello (decretare il vincitore). Nel mentre, incontri buoni come gli Elfi (quello che ci piace) e meno buoni come gli Orchi (cosa non funziona). 

Gianni Morandi, Amadeus


Entriamo nel vivo della 73ma edizione del Festival di Sanremo partendo dalla Terra di Mezzo, quel limbo dove collochiamo il superfluo, il retorico e il banale.

La Terra di Mezzo

Il monologo di Roberto Benigni sulla Costituzione che tanto ha fatto commuovere il Presidente Sergio Mattarella: la retorica che sottolinea la mancanza di memoria di una nazione, il suo non apprezzamento per una carta che sancisce la democrazia. Insomma guardiamo quanto siamo fortunati perché a quanto pare noi lo abbiamo dimenticato e lui ce lo ricorda. Bravo!

Roberto Benigni, Amadeus


Manca il superfluo che tocca al povero Gianni Morandi: oscilla tra il timido e l’impacciato, in netto contrasto con il cantante grintoso e icona social che siamo abituati a conoscere. Ha dovuto cantare l’Inno di Mameli, come croce per la prima serata può bastare.

Ma le canzoni? Ci sono tutto sommato, le voci un po’ meno. Non si sa se per problemi di audio o per problemi degli interpreti però la situazione non è del tutto sfuggita di mano, come in altre edizioni.

Il momento introspezione della Ferragni

Chiara Ferragni


Il monologo di Chiara Ferragni è il momento banale (Amadeus ha voluto sottolineare, scritto ‘tutto da sola’) sull’accettazione di sé, una sorta di lettera aperta al pubblico ma in realtà somiglia più a un soliloquio davanti allo specchio della cabina armadio mentre Fedez la riprende con il cellulare. Quello che poteva e doveva essere un momento di riflessione sulla posizione della donna nella società e sul femminismo, è diventato invece l'ennesimo attimo celebrativo, senza ne capo ne coda, ma soprattutto senza un perché. 

Un'occasione mancata, cucita con le sue stesse mani: 'Vorrei dirti soprattutto questo, sei abbastanza e lo sei sempre stata. Tutte quelle volte che non ti sei sentita abbastanza bella, intelligente, lo eri e sai, in certi momenti ti sentirai ancora così. Questo è uno dei quei momenti, è normale che lo sia. Le sfide più importanti sono sempre con noi stessi.Cominciamo piccola Chiara, parliamo della tua vita. Crescendo avrei tanti momenti di felicità, ma anche alcuni densi di paura e ansia e sai cosa ho imparato? Goditi il vento, vivi quei momenti con tutta te stessa, piangi, arrabbiati, urla se devi, fanno parte del tuo percorso e più che mai dei te.'

Gli Elfi

Coma cose


Al primo posto sicuramente i Coma cose con la canzone L’Addio. Sono riusciti a parlare d’amore in modo nuovo, poetico. Sicuramente il testo migliore della serata. Indubbiamente Elodie (Due) e Anna Oxa (Sali) per voce e presenza scenica, oltre al talento confermano di avere una personalità ben definita. E non è poco.

Come non mettere Leo Gassman (Terzo Cuore) e Marco Mengoni (Due vite) tra gli Elfi? Belli, di talento, sempre misurati, una gioia per gli occhi e le orecchie. Premiati per il coraggio Gianluca Grignani (Quando ti manca il fiato) e I Cugini di Campagna (Lettera 22).

i Pooh


Tanta tenerezza per i Pooh (che questa estate faranno l'ennesimo 'ultimo' concerto a Milano) ospiti del Festival, commozione per l’omaggio video a Stefano D’Orazio ma anche tanta paura per la voce di Roby Facchinetti (è stato faticoso ascoltarlo).

Gli Orchi

Sicuramente il momento trash della serata è stato il collegamento con Salmo. Non va descritto ma visto.

Blanco


Imbarazzante e urticante l’esibizione di Blanco (L’Isola delle Rose) che per un mancato ritorno di voce in cuffia ha pensato bene di rimediare distruggendo la scenografia floreale presente sul palco. Piena di comprensione e affabilità la risposta di Amadeus, ad avallare follie e primadonnismi invece di stroncarli sul nascere.

Ora aspettiamo di arrivare alle Montagne di Moria (la seconda serata).
 

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